Quando iniziare lo svezzamento? A che età? Quali sono le tappe da rispettare?
Sia che si tratti di autosvezzamento, sia che si tratti di svezzamento tradizionale, ormai la maggior parte dei pediatri è concorde sul consigliare il passaggio dall’alimentazione lattea all’alimentazione solida o semisolida non prima dei 6 mesi di età.
Questo perché gli ultimi studi hanno dimostrato che a 6 mesi circa l’intestino del bambino e il suo sistema immunitario sono completamente sviluppati e pronti a tollerare cibi diversi dal latte e, anzi, cibi che caratterizzano la dieta normale di una persona adulta.
Inoltre, è proprio intorno ai 6 mesi che il latte materno non è più sufficiente per apportare da solo alcuni nutrienti quali proteine, ferro, zinco e vitamine che devono essere necessariamente integrate con il passaggio al cibo solido.
Salvo specifiche problematiche che impongono un anticipo dello svezzamento e che sarà il pediatra a valutare, l’età più corretta è quindi intorno ai 6 mesi.
Lo svezzamento anticipato è sconsigliato anche di fronte a mamme palesemente provate dall’allattamento o a bambini che registrano una crescita rallentata.
Nel primo caso è preferibile supportare la mamma, consigliarle pratiche comportamentali che possano aiutarla, sostenerla con integratori adeguati o proporre la sostituzione di una poppata con del latte in formula (magari la poppata serale). L’allattamento al seno è sempre consigliabile ma, in caso di eccessiva debolezza o fragilità da parte della mamma, la soluzione non è anticipare lo svezzamento ma passare al latte in formula.
Nel secondo caso è più opportuno approfondire aspetti fisiologici che non è sicuramente uno svezzamento anticipato che potrà risolvere. O tenere monitorata la curva di crescita nel suo complesso perché potrebbe semplicemente trattarsi di un bambino minuto (che tale resterà anche con l’introduzione delle pappe).
Nemmeno la pratica degli “assaggini” ha più molto senso: un bambino svezzato all’età giusta e quando manifesta i giusti segnali, non ha nemmeno bisogno di essere “abituato al cucchiaino”. Sarà l’istinto a guidarlo e l’osservazione che avrà fatto mentre stava a tavola con mamma e papà.
I segnali per iniziare lo svezzamento
Esistono dei segnali che possono aiutare a capire se il momento giusto per svezzare è arrivato.
Si tratta di segnali convenzionali che possono presentarsi in una finestra temporale che va da circa i 6 mesi agli 8 mesi del bambino.
I segnali indicativi per provare a iniziare lo svezzamento sono:
- la perdita del riflesso di estrusione: il bambino sputa se non è pronto, perché non ha ancora maturato le capacità motorie indispensabili per mangiare e ha ancora molto forte il riflesso di estrusione (ossia tirare fuori la lingua per ciucciare). Inoltre, potrebbe non essere del tutto pronto a ingurgitare cibi di consistenza diversa da quella liquida. Deglutire cibi liquidi richiede un movimento molto diverso rispetto a quello richiesto per deglutire cibi solidi;
- il bambino sta seduto dritto (anche se non ancora da solo, ma regge bene la testa e non si accascia su sé stesso). Si è studiato che “lo stare dritti” corrisponde indicativamente alla completa maturazione dell’apparato digerente e dell’intestino in particolare. Non è una correlazione certa ma è un’indicazione sufficientemente veritiera;
- l’interesse verso il cibo: guarda con curiosità i genitori che mangiano, allunga le mani, prova a portarsi alla bocca alimenti solidi. Il bambino potrebbe voler manipolare i cibi ma non portarli alla bocca. Questo potrebbe significare che per ora quegli “oggetti” non hanno ancora un significato alimentare per lui o che ha bisogno di osservare ancora un po’ mamma e papà mentre mangiano oppure che ha bisogno di uno stimolo specifico perché potrebbe trattarsi di un bambino che tendenzialmente non porta nulla alla bocca e deve quindi essere aiutato a capire che quello è cibo e può essere mangiato (magari è stato rimproverato molte volte per aver messo in bocca qualcosa e quindi è diffidente).
Maggiori informazioni sull’autosvezzamento si possono trovare nel libro sullo svezzamento: “Dire Fare Svezzare – Autosvezzamento dalla A alla Z“, un volume ricco di spunti e consigli pratici utili per affrontare lo svezzamento con serenità.

Alessandra, 35 anni, 2 figli (per ora, chissà…), un marito non sposato, una casa non arredata. Un lavoro che amo ma che vorrei cambiare, per avere più tempo, per fare cosa non lo so. So che sul desktop ho una cartella che si chiama PROGETTI e dentro ce ne sono abbozzati 36, altri 18 solo elencati.
Ho sempre pensato di essere bravina a scrivere ma di scrivere cose di cui non importasse niente a nessuno. Poi ho aperto una pagina Facebook in cui raccontare la mia vita da mamma, uguale a quella di altre migliaia di mamme, per trovare le parole che spesso cerchiamo per dar voce a emozioni e sentimenti. Le riflessioni, le difficoltà, le meraviglie. In 6 mesi avevo 10.000 follower. “Forse posso cominciare a crederci” ho pensato. Oggi siamo una grande compagnia con oltre 33.000 amiche che ogni giorno mi ricordano l’inportanza e la necessità che le mamme hanno di condividere, di sentirsi ascoltate e di trovare un confronto costruttivo e utile con altre mamme che possano suggerire e consigliare senza mai giudicare, perchè, ricordiamocelo sempre, ognuna di noi sta cercando di fare del suo meglio.
Per questo ho accettato l’invito di @kidsguidingmom, per l’opportunità di avere un altro spazio attraverso il quale raggiungere altre mamme e arrivare come una pacca sulla spalla, l’incoraggiamento di cui si ha bisogno.
Tratterò qui due temi che spesso mettono in difficoltà:
- lo svezzamento: nel link della mia bio trovate il libro che ho scritto “dire fare svezzare – autosvezzamento dalla A alla Z
- allattamento: un argomento su cui mi sto formando come mamma alla pari
Spero di poter essere quel consiglio in più, discreto e mai categorico. Un aiuto utile e mai fuori luogo. Quella carezza dolce e quella parola di conforto che arrivano proprio quando ne avevi bisogno.