Con il termine disturbi della regolazione si fa riferimento a tutta una serie di comportamenti anomali che il bambino mette in atto per reagire agli stimoli ambientali che non riesce a controllare; ne sono un esempio un’eccessiva irritabilità, una bassa tolleranza alla frustrazione, ipo/iper reattività.
Può essere un valido esempio il momento del cambio; se la crisi di pianto disperato si manifesta una volta ogni tanto non dobbiamo preoccuparci ma se tuttavia questo pianto si verifica costantemente, sempre nelle stesse situazioni, e risulta inconsolabile, questo può essere indice di eccessiva irritabilità.
Possiamo capire come viene messa in evidenza la difficoltà del bambino a sopportare e regolare emozioni, comportamenti ed abilità motorie a fronte di un qualsiasi stimolo sensoriale (tattile, visivo, olfattivo, gustativo, uditivo) relativo alla consapevolezza della posizione del corpo nello spazio e alla sensazione generata dal movimento corporeo.
I disturbi della regolazione possono presentarsi in modo isolato, o in comorbidità con altre patologie (es. disturbo dello spettro autistico).
I genitori possono aiutare i bambini a mettere ordine a questa “tempesta emotiva” utilizzando alcune strategie:
Auto- regolazione emotiva sana: i bambini imitano i comportamenti e le reazioni dei propri genitori. Mantenere un atteggiamento calmo e coerente, evitando, ad esempio, di urlare o assumere atteggiamenti intimidatori, a seguito di determinati comportamenti dei bambini (come non sistemare i giocattoli o sporcare casa), può incidere molto nell’aiutare i propri figli a imparare la regolazione emotiva e l’autocontrollo.
Riconoscere le emozioni: è importante fare attenzione allo stato emotivo dei bambini. In particolare, un atteggiamento giudicante e poco empatico risulta disfunzionale e può spingere i bambini a reprimere le loro emozioni, in quanto etichettate come “sbagliate”. Al contrario, un atteggiamento empatico degli adulti che riconosce l’emozione provata dal bambino, comunica che tutte le loro emozioni sono importanti e che queste, seppur alcune volte possano risultare scomode, non sono pericolose e possono essere gestite.
Si possono usare frasi del tipo:
“So che ti stavi divertendo. Dobbiamo andare, ma possiamo tornare un altro giorno o possiamo giocare con i tuoi giocattoli a casa”. In altri casi, se il comportamento dei bambini è pericoloso, si può dire: “So che ti piace, ma non è sicuro. Mi dispiace che tu sia arrabbiato
In questo modo si ottiene una migliore consapevolezza e controllo emotivo.
E’ fondamentale insegnare ai propri figli che non possiamo scegliere le nostre emozioni, ma possiamo scegliere il modo in cui ci comportiamo; ad esempio,
“Hai ragione ad essere arrabbiato, ma non è giusto lanciare gli oggetti”.
Aiutali a scaricare l’energia negativa in qualcosa di positivo. Trovare uno sbocco emotivo sano, come ballare, suonare uno strumento, dipingere, scrivere o intraprendere uno sport, consente al bambino, non solo di rilasciare qualsiasi emozione repressa, incidendo positivamente sulla loro salute mentale, ma anche di migliorare la propria vita sociale.

Mi chiamo Tiziana Cambria. Mi sono laureata alla Facoltà di Psicologia a Messina e sono iscritta all’ordine degli psicologi della regione Sicilia. Ho frequentato corsi e master relativi all’età evolutiva e sono esperta di disturbi dell’apprendimento e del comportamento. Mi occupo di formazione per docenti e studenti. Collaboro con istituti primari e secondari della mia città oltre che lavorare nel privato occupandomi di potenziamento delle abilità scolastiche.
Ho deciso di diventare contributor perché mi piace il principio cardine del gruppo. Tante donne, tante mamme così diverse per esperienze e vissuti che sono sempre pronte a mettersi in gioco e soprattutto sempre pronte ad aiutarsi senza competitività e invidie