“Perché devo fare i compiti? A cosa mi servono?”
Questo è il punto di vista di molti bambini durante il loro percorso di apprendimento.
In base a ciò potremmo domandarci: cosa provano i bambini quando fanno i compiti? Quali sono i compiti che svolgono volentieri? Noi genitori li sosteniamo efficacemente? Noi e i docenti li motiviamo adeguatamente?
Alcuni studi hanno dimostrato che l’emozione più ricorrente quando si svolgono i compiti è la noia.
Questo succede perché, ovviamente, il compito se confrontato a ciò che abbiamo intorno dentro casa diventa tale.
L’adulto in questo caso dovrebbe far in modo di creare un luogo e un tempo dedicato solo ed esclusivamente ai compiti, instaurando magari delle routine.
Inoltre, un compito diventa motivante se il bambino si sente in grado di svolgerlo e se capisce il motivo per cui deve farlo.
Dovrebbe prevalere una motivazione estrinseca ( io studio per imparare, per aumentare le mie conoscenze e competenze) piuttosto che le motivazioni estrinseche (compiacere l’adulto, evitare una punizione).
Se il bambino non si sente competente nello svolgimento del compito è importante il sostegno dell’adulto (dicendo ad esempio: ce la puoi fare, va bene così, sono sicuro che troverai una soluzione).
Il genitore, quindi, deve mettere in atto atteggiamenti positivi e supportivi.
Bisogna far leva sulle risorse interne del bambino. (se ci viene detto: mamma non lo so fare, è difficile! La risposta potrebbe essere “ma tu sei un campione a risolvere le cose difficili”).
Per concludere, bisogna anche motivare al compito, utilizzando strumenti o metodologie innovative e accattivanti.
Serve reiterare un esercizio più volte? Assolutamente no!
Un bambino già facendo pochi esercizi ha già assimilato la regola.

Mi chiamo Tiziana Cambria. Mi sono laureata alla Facoltà di Psicologia a Messina e sono iscritta all’ordine degli psicologi della regione Sicilia. Ho frequentato corsi e master relativi all’età evolutiva e sono esperta di disturbi dell’apprendimento e del comportamento. Mi occupo di formazione per docenti e studenti. Collaboro con istituti primari e secondari della mia città oltre che lavorare nel privato occupandomi di potenziamento delle abilità scolastiche.
Ho deciso di diventare contributor perché mi piace il principio cardine del gruppo. Tante donne, tante mamme così diverse per esperienze e vissuti che sono sempre pronte a mettersi in gioco e soprattutto sempre pronte ad aiutarsi senza competitività e invidie