Stiamo vivendo un periodo davvero particolare, e ho pensato a lungo su quale argomento concentrarmi per il mio articolo di aprile.
Ho deciso di affrontare il tema dello svezzamento, che è anche piuttosto attuale visto che sto trascorrendo la mia quarantena in cucina!
Ma andiamo per ordine, e torniamo indietro di qualche anno, a quando le bimbe avevano 5 mesi!

Avevo appena trovato il mio ritmo ed ero riuscita ad avere un equilibrio con le twins, la tetta e il biberon, ed ecco che si presentava un altro scoglio: lo svezzamento.
“Cosa vuoi che sia?” mi dicevano! “basta fare un brodo” “vedrai andrà meglio!” bla bla bla
A 5 mesi ho iniziato solo con la frutta, abbiamo dovuto cambiare un po’ i nostri ritmi e i nostri orari, ma come vi avevo anticipato nel mio articolo precedente, sono riuscita piano piano ad eliminare il biberon e ho continuato solo con allattamento al seno. Questo mi ha dato tanta soddisfazione!
Con la frutta non è stato tanto problematico, loro si mostravano interessate al cibo e non hanno avuto difficoltà nell’approccio con il cucchiaio.
Con le pappe, invece, è stato un po’ più complicato.

La più grossa difficoltà è stata decidere quale strada intraprendere. Ci sono tante correnti di pensiero riguardo ai vari tipi di svezzamento e quali siano più adatti per i nostri bimbi: svezzamento tradizionale, auto svezzamento, la carne assolutamente non a 6 mesi perché è troppo presto! Non dare gli omogenizzati! Parti assolutamente dall’omogenizzato perché ha molti più controlli della carne fresca!
Io non sono nutrizionista, e neanche pediatra, per cui facevo fatica a prendere decisioni. Poi piano piano mi sono informata e mi sono affidata ad una sola persona: una pediatra amica di famiglia, e da quel momento siamo riuscite a trovare i nostri nuovi ritmi.
Ho optato per lo svezzamento tradizionale, introducendo un po’ per volta i nuovi cibi, e per noi è stata la strada migliore.

Non sono d’accordo con l’auto svezzamento. A mio avviso si può adottare solo quando in famiglia si ha un’alimentazione sana e corretta, ma ho sentito molte mamme che hanno preso alla lettera la spiegazione “i bambini mangiano quello che c’è in tavola” e così alcuni bambini sono passati dal nutrirsi di solo latte al mangiare lasagne e salsicce. Ecco questo credo non sia corretto.
Ma allo stesso tempo penso che non ci sia una regola precisa: ogni bambino ha tempi e gusti differenti.

Adelaide e Beatrice, ad esempio, fino all’anno non hanno voluto assolutamente pezzi di cibo e dovevo frullare tutto. Molti bambini, al contrario, saltano il periodo delle pappe e passano direttamente alle pastine.
Anche con loro due dovevo comportarmi in maniera differente: A preferiva la pappa liquida, a B dovevo farla densa perché ha sempre sofferto di reflusso. B piangeva perché andavo troppo piano, A non ne voleva sapere di mangiare. Ben presto comunque ho imparato ad utilizzare entrambe le mani e ho capito che ad una boccata di A, dovevano corrispondere due boccate di B.

La cosa che in assoluto mi ha aiutata di più è stato organizzarmi con un menù settimanale. Anche per lo svezzamento si è fatta sentire la mia indole da ragioniera e grazie alle indicazioni del pediatra ho creato un file excel ad hoc che ancora utilizzo per avere un’alimentazione corretta.
Mi ha aiutata e mi aiuta tutt’ora ad organizzarmi in modo da avere l’alimentazione equilibrata suddividendo in maniera ottimale le varie proteine nell’arco della settimana.


Prima di avere le bimbe non ero così scrupolosa con l’alimentazione, ma basta documentarsi un po’ per capire quando sia importante per il nostro stato di salute. Per questo cerco ancora oggi, che hanno più di 4 anni, di lavorare al meglio per abituarle a mangiare tutto e soprattutto a mangiare sano.
Non dico che sia semplice perché per avere una sana alimentazione si trascorre tanto tempo in cucina, e spesso il tempo a disposizione non è mai abbastanza! Ma se poi questo diventa anche il tuo lavoro e la tua passione, il gioco è fatto!
Ma questa è un’altra storia, che merita un capitolo tutto suo!