In questo articolo voglio raccontarvi la storia di una famiglia grossa,grassa e pazza che ha vissuto la reclusione di una sindrome che purtroppo non è andata in vacanza, non si è isolata ma anzi, è esplosa nei peggiori dei modi ma che fortunatamente,siamo riusciti a contrastare o quantomeno ad allegerire le cicatrici!

Premetto che non è stato facile, inizialmente, dovendo rimanere a casa dal lavoro, facendo un mestiere dove sono stata a contatto con tante persone e avendo avuto dei sintomi covid, io e mio marito ci siamo messi in quarantena quindi, essendo entrambi a casa i miei bambini non hanno vissuto questo momento come un trauma ma anzi, come un periodo di festa tra giochi, balli e disegni. Siamo riusciti anche a portare avanti per un periodo la teleterapia aba di Francesco tramite videochiamate quindi siamo riusciti anche a garantire una routine quotidiana.

Quando però questa quarantena si è conclusa il nostro Grosso papà è dovuto tornare a lavoro e questa routine si è persa perché con un’altra bambina da seguire, anche lei con delle problematiche, era impossibile dividermi.

Abbiamo quindi cominciato a vivere i primi momenti di incertezza tra una crisi e l’altra di un bambino autistico, e una crisi isterica di una bambina che alla soglia dei 4 anni ancora non parla e che questa situazione le fa vivere dei momenti di frustrazione.

La domanda ricorrente che loro mi ponevano era quella di uscire, siamo fortunati ad avere uno spazio esterno ma questo non è bastato perché si sono persi i contatti fisici ed emotivi del gioco tra amici e cercando di colmare questo vuoto con delle videochiamate siamo riusciti a tamponare leggermente anche questa situazione.

Abbiamo trovato conforto nel santo Disney Plus preparando le serate cinema con pop corn e patatine tra un film e l’altro (e tra un litigio e l’altro se vedere le principesse o le macchinine di Cars) e forse questo, soprattutto nelle giornate piovose è stata davvero la nostra salvezza.

Ma, nonostante tutte queste cose negative, i regressi e le urla i miei bambini hanno  fatto un grosso passo avanti,una cosa che non avrei mai pensato potesse succedere, si sono uniti, si sono cercati e ora sono diventati inseparabili.

Certo, da mamma potrei cominciare una lista di cose che non abbiamo vissuto in questo periodo, di critiche per lo stato in cui ci troviamo ora, ma una cosa questa quarantena me l’ha insegnata cioè a saper godere davvero della famiglia senza la presenza di terzi e di capire veramente quali sono le persone che veramente mi sono mancate.

Questo periodo spero sia servito a tutti per capire che qualsiasi guerra possa colpirci dobbiamo tenere sempre a mente che quello per cui vale veramente combattere è lo stare con la propria famiglia, ricavarsi degli spazi per stare insieme a giocare, guardare un film, fare una torta, tutte cose che, per quanto mi riguarda, da ottobre non mi era stato piu’ permesso fare avendo una vita frenetica scandita tra una terapia e l’altra di entrambi e le corse a lavoro.

Ricordiamoci quindi di questi momenti non pensando che li abbiamo vissuti perché le circostanze lo imponevano ma perché questi, sono il vero valore della vita perché alla fine, covid o no, moriremo tutti ma almeno lasceremo un indelebile ricordo a chi ci è stato accanto e magari, tra venti anni, nei libri di storia leggeremo che dopo il coronavirus le persone hanno imparato ad essere solidali con gli altri e che anche le aziende hanno cambiato i ritmi perché infondo,la domenica, dovrebbe tornare ad essere un momento di famiglia e di natura, di pranzi al sacco e non fast food…