Care mamme (e forse qualche papà) vorrei iniziare questo nuovo percorso parlando di quel che mi appassiona di più: i bambini!

Sono nata maestra, direbbe chi mi sta intorno. Sono curiosa e ho la “pretesa” di trasmettere la mia conoscenza.

Con un’istinto materno molto alto, non ho avuto dubbi che i bambini sarebbero dovuti essere il mio lavoro, oltre che la mia famiglia.

Sono anche nata dormigliona, direbbero i miei genitori. Prima dell’arrivo di Emma ero capace di dormire 12h consecutive.

Ma si sa, quando arriva un neonato tutto cambia.

Anche il sonno.

Soprattutto il sonno.

Emma era una bimba vivace, curiosa, attiva. Una bimba che usava molto il seno come consolazione, passando molte (moltissime) ore attaccata. Mi piaceva allattarla, erano momenti nostri, magici.

Ma la notte era interminabile.

Con il passare dei mesi il suo sonno cambiò (in futuro vi parlerò della cosiddetta Sleep Regression) e iniziò a svegliarsi sempre più frequentemente; riuscivamo a tornare a dormire solo con il seno. Dopo 40 minuti eravamo di nuovo sveglie e necessitava del seno per tornare a dormire.

Era abituata così, l’avevo abituata così.

La mia mente da maestra mi chiedeva di scoprire cosa succedesse, il perché, e come poter rimediare.

Scoprii che il ciclo di sonno di un neonato ha, come il nostro, due fasi principali, REM e non REM e dura in media 35/45 min (molto meno del nostro!). Questo ciclo si ripete più volte creando una fase di sonno leggero tra un ciclo e l’altro: ecco, lì Emma si svegliava, non collegando più cicli di sonno tra loro in autonomia. Richiedeva qui invece la stessa metodologia di addormentamento a cui era abituata.

Ma ero stanca, stressata, con la paura di sbagliare. Più leggevo informazioni, più ero confusa. Lessi molti libri, tante teorie e tanti pareri.

Alla fine decisi di ascoltare i consigli personalizzati di una “fata della nanna” che mi diede il supporto di cui necessitavo per fare quello che già avevo per lo più capito in autonomia.

Ho dovuto quindi trovare la strategia migliore per me, per lei e per la nostra famiglia, correggendo tutti gli errori commessi nel nostro contesto.

Non mi dilungo sui particolari perché quello che importa realmente é che ogni storia é unica, ogni bambino é unico, come unica é la sua famiglia con le sue caratteristiche peculiari e i suoi incastri.

Noi abbiamo trovato la nostra routine, la nostra stabilità, la nostra armonia familiare e abbiamo finalmente dormito lunghe notti tranquille.

Con la mia seconda bimba, Giada, il percorso é stato diverso. Senza scossoni, senza cambi repentini, ma un graduale avvicinarsi al sonno notturno duraturo.

Abbiamo messo in pratica le mie conoscenze fin da subito, assecondando le sue peculiarità e il suo temperamento. Verso i 6 mesi anche lei ha iniziato a dormire circa 12h a notte.

Questo serve per dirvi che se anche voi non dormite da mesi, non siete sole e con il giusto supporto e bagaglio di informazioni, la luce sarà dietro l’angolo. Ma ogni bimbo ha la sua storia ed é importante rispettarla.

Ciò di cui vi parlerò nei prossimi articoli saranno informazioni generali ma che dovranno sempre essere contestualizzate e personalizzate per una corretta educazione al sonno.

Il consiglio di oggi?

Quando si parla di bambini, non si può che pensare ad una visione olistica di un insieme di caratteristiche intrinseche ed estrinseche al bambino. Non si può agire in modo efficace e sereno senza una visione personalizzata.

Diffidate di consigli standardizzati ma trovate la vostra personale armonia! E se avete dubbi, domande, richieste o semplicemente volete il mio supporto in un vostro personale percorso, non esitate a contattarmi sulla mia pagina Instagram: mamma_alma

Buona nanna a tutti