Torniamo all’inizio della nostra storia dell’adozione.
Desideravo diventare madre ma la gravidanza non arrivava. In principio non ci pensavo, mi ripetevo che sarebbe arrivata al momento giusto, che forse era presto o forse ero troppo stressata.
Gli anni però passavano e io cominciavo a sentire il ticchettio dell’orologio biologico sempre più forte. Tanto da doverlo per forza ascoltare perché ormai non udivo altro.
Parlando con mio marito, che sembrava molto più tranquillo di me, gli ho proposto di fare degli accertamenti sulla nostra salute “riproduttiva” per poter comprendere l’eventuale causa di questa mancata gravidanza.
Fase importante.
La fase degli accertamenti per noi è durata un giorno solo, mi è bastato quell’unico giorno per comprendere che non era quella la strada che avrebbe potuto portarmi alla maternità.
Quella giornata rimarrà sempre nei miei ricordi. In questo Centro abbiamo incontrato coppie piene di speranze, coppie disperate a cui gli esami avevano dato esiti negativi, coppie all’ennesimo tentativo di fecondazione assistita, ormai abituate al posto come se fossero a casa, quassi rassegnate. Poi ho visto foto appese ai muri, erano tutti neonati, considerati miracoli.
Quell’ambiente non mi apparteneva, in quel posto che alimenta e soddisfa speranze, io non mi sono mai sentita più lontana dalla maternità.
Gli esami li abbiamo comunque fatti tutti, ormai eravamo lì, e dopo ore di indagini l’esito finale è stato: nessun problema! Eravamo sani!
Con questi rimandi rassicuranti i medici ci hanno offerto un percorso di PMA che, a parere loro, sarebbe stato positivo senza troppa fatica.
Usciti da quel posto, durante il viaggio di ritorno, io e mio marito in silenzio e cullati dalle vibrazioni dell’auto abbiamo capito ciò che volevamo, ciò che ci avrebbe reso felici, il percorso che ci apparteneva non passava da qui, non passava neanche dalla pancia.
La nostra strada verso la genitorialità si chiamava ADOZIONE.

BARBARA ZALLIO
AVVOCATO, FAMILY E SOCIAL COACH
Nasco a Parma nel 1970
PERCORSO DI FORMAZIONE
Nel 1998 mi laureo presso l’Università degli Studi di Parma facoltà di Giurisprudenza, conseguendo successivamente l’abilitazione alla professione forense.
Esercito la professione di avvocato e Mediatore Civile di controversie presso il Tribunale di Parma fino al 2015.
Nel 2014 divento finalmente mamma di cuore di Caterina, un meraviglioso ciclone di 3 anni arrivata dal freddo della Russia.
Negli anni successivi mi dedico totalmente alla costruzione del rapporto con mia figlia ma non trascuro la mia formazione prediligendo il campo delle relazioni.
Completo il Master in Mediazione Familiare, il corso di alta formazione in Coordinazione Genitoriale, il corso per la qualifica di Tecnico del Comportamento ABA, per lavorare con le persone con autismo ed infine il corso per diventare Family e Social Coach.
Sono specializzata in adozione di minori e disabilità. Ho partecipato come formatore in vari convegni relativi a queste materie.
Attualmente collaboro con la rivista Clippers in cui tengo una rubrica a supporto della cultura dell’adozione e presto consulenza in materia alle coppie che decidono di intraprendere questo percorso.
VOLONTARIATO
Ormai da 20 anni presto servizio di Volontariato presso Centri e Strutture con persone con disabilità.
Dal 2017 ad oggi svolgo il mio servizio presso il Centro residenziale socio-sanitario Simona Sorge di Inzago (MI) di Fondazione Istituto Sacra Famiglia Onlus, in cui seguo progetti di inclusione sociale e cultura della diversità insieme a educatori e ragazzi affetti da patologie neurodegenerative.
PASSIONE E VALORI
Da sempre mi sono occupata di fragilità e diversità, credo nella cultura dell’inclusione. Penso che conoscere la diversità sia una risorsa, un valore aggiunto alla nostra vita e vorrei che si guardasse alla diversità come solo una delle caratteristiche di una persona. Oltre esiste un mondo.