Tra i vari settori in cui il fenomeno del bullismo può diffondersi,  in modo molto sottile ed identificabile, vi è il nonnismo.

Il termine nonnismo indica un insieme di atti e/o pratiche, destinate a simboleggiare l’integrazione di un individuo in un particolare gruppo sociale.

Questa espressione indica comportamenti vessatori nell’ambito delle forze armate ma può manifestarsi anche in altri contesti e può essere conseguenza o simbolo di mobbing.

Nella vita militare, il comportamento dei soldati prossimi al congedo, pretendono di esercitare un’autorità nei confronti delle reclute. Questi presentano la convinzione di possedere un presunto potere derivante dall’anzianità.

Episodio recente di nonnismo: Nell’accademia dell’aereonautica militare

La sergente, veneziana, Giulia Jasmine Schiff (20 anni), ha denunciato un episodio di nonnismo, dopo l’espulsione dall’Accademia dell’Aereonautica di Pozzuoli per “insufficiente attitudine militare”.

La ragazza ha raccontato la verità, dopo aver presentato una denuncia alla Procura Militare di Roma. Ha ipotizzato i reati di concorso in lesioni militari pluriaggravate, ingiuria militare ed abuso di autorità. La denuncia da parte della ventenne, infatti, è avvenuta in relazione al cosiddetto “battesimo del volo” (rituale, a detta loro, goliardico) dove ha subìto pugni, schiaffi, la testa sbattuta violentemente sull’ala di un aereo e il bagno finale nella fontana.

“Non è una tradizione essere fustigati durante il trasporto dall’aereo, appena scesi dopo il primo volo, alla piscina. La tradizione vuole un accompagnamento delicato”.

Ora Giulia fa di nuovo parte del corso per pilota dell’Aereonautica, ma la cosa che lascia più esterrefatti, è che coloro che hanno partecipato a questo ‘’rito’’, non hanno avuto alcun provvedimento in merito al loro comportamento.

 

Episodio meno recente di nonnismo: Il caso Scieri e la leva obbligatoria

Tra i più noti casi ricordiamo il paracadutista Emanuele Scieri, trovato morto nell’agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa. Il caso Scieri, rimasto per anni senza colpevole, scosse l’opinione pubblica e diede una spinta decisiva al superamento della leva obbligatoria.

Un passo avanti inaspettato nelle indagini per la morte di Scieri si è avuto nel 2018 ,19 anni dopo i fatti, con l’arresto di un suo commilitone dell’epoca. Il corpo del giovane siracusano fu trovato tre giorni dopo la sua scomparsa ai piedi di una torre usata per asciugare il paracadute.

Un gruppo di compagni più anziani lo avrebbero preso di mira perché si era opposto ad atti di nonnismo; dopo averlo picchiato, lo avrebbero costretto a salire in cima alla torre lungo una scala esterna, per poi pestargli le dita e fargli perdere la presa.

 

Conseguenze giuridiche

Anche se non esiste un’autonoma forma di reato, per contrastare il fenomeno del nonnismo nel:

  • 2000 furono apportate alcune modifiche al codice penale militare, introducendo i reati di violenza privata, maltrattamenti ed estorsione.
  • 2013 la Cassazione ha stabilito, nel caso in cui episodi di nonnismo aggravino i problemi psichici di un individuo, l’obbligo di risarcimento del danno da parte del ministero della Difesa.
  • 1998 lo Stato maggiore della difesa inaugurò i lavori di un osservatorio permanente sul nonnismo, secondo cui negli anni successivi (complice l’abolizione della naja) si registrò un calo degli episodi.

 

Tra psicologia e sociologia

Marco Cannavicci, uno psichiatra forense e criminologo,definisce il nonnismo come un modo per affermare, nella microrealtà della caserma, un sistema di sottomissioni e precedenze di fatto funzionale all’esistenza dell’intero gruppo: chi si sottomette sarà anche protetto e rispettato dagli altri membri.

riti di iniziazione a cui sono sottoposti i nuovi membri di una comunità militare implicano uno stato di agitazione, un marcato stress emotivo che rende il passaggio in atto una tappa significativa della loro vita.

Secondo Cannavicci, in molti casi il nonnismo ha sostituito le funzioni di un «battesimo» con riti che simboleggiano il passaggio da una vita all’altra, dalla condizione adolescenziale a quella adulta; un passaggio che deve prevedere emozioni come la paura, l’umiliazione, l’offesa gratuita di fronte agli altri. Spesso però si assiste a una degenerazione molto violenta dei rituali del nonnismo.

Quanto più si è vicini al congedo, tanto più si è anziani e si ha potere sui propri pari. Oltre a impartire la disciplina e l’addestramento, gli ufficiali possono esercitare un’ulteriore forma di controllo sulla massa dei soldati; un controllo del «polso» del nonnismo.

Finché rimane nei limiti della goliardia, esso è generalmente permesso e difeso dai quadri ufficiali. E quando degenera in pesanti soprusi, in atti sadici e persecutori, la catena di comando si attiva non per correggere ma per reprimere e nascondere.

Perchè tutto questo?

L’ambiente militare richiede rinunce, sacrifici, autocontrollo delle frustrazioni personali; dai singoli si pretende maturità e capacità di gestirsi.  Quando queste qualità, però, sono carenti, le emozioni molto potenti non possono più essere soppresse.

Ecco allora la tendenza a sfogarsi su chi non può difendersi e non può protestare. Infliggendo sofferenza gratuita si compensano gli stati d’animo di rabbia e più la vittima mostra di soffrire e chiede di non farle del male, più infliggerle dolore può essere gratificante e liberatorio.

Avere il potere di far soffrire gli altri fa sentire forte e compensato chi in realtà è impotente, «prigioniero» della vita di caserma.