Attimi che cambiano una vita
La prima ecografia
I giorni dopo la conferma della gravidanza sono passati rapidi tra sogni e paure fino ad arrivare al giorno dell’ecografia.
Ricordo tutto quel nero sullo schermo, il silenzio e le parole del medico “c’è qualcosa ma non posso darle conferma, rivediamoci tra una settimana”
Saremmo dovuti uscire da quella stanza con tutta la gioia del mondo e con la foto del nostro bambino in mano e invece eravamo sospesi, increduli.
La conferma che qualcosa non va
È stata una settimana durissima, con la festa del papá da festeggiare e un bigliettino nel cassetto del comodino per mio marito che non aveva più senso dargli perché papá purtroppo molto probabilmente non lo sarebbe stato più.
Ho passato giornate a leggere su internet, a cercare testimonianze positive.
Mi sono aggrappata a quei sintomi che continuavano ad esserci e anzi aumentavano, il mio bambino doveva per forza essere ancora dentro di me
Alla seconda ecografia la diagnosi: il mio piccolo non c’era più… Attimi che cambiano una vita
PERCHÉ A ME
Il giorno dopo alle 7 mi sono dovuta presentare in ospedale per il raschiamento.
Non ho avuto nessun dolore fisico, mi hanno addormentata e mi sono risvegliata vuota nella pancia e nel cuore.
Ero in una stanza da sola, guardavo quel crocefisso appeso al muro davanti a me e chiedevo al Signore perché, perché a me.
Perché farmi quel regalo così grande per poi togliermelo.
Un miliardo di perché a cui non ho saputo dare e non so tutt’ora dare risposta
Un esserino così piccolo un dolore così grande
Il rientro al lavoro dopo circa una settimana è stato quasi piacevole.
Stando a casa la mia mente andava sempre lì e non facevo altro che piangere.
Purtroppo dopo un paio di giorni un’emoraggia che mi ha costretta a tornare a riposo e tra lacrime e pensieri
Avevo l’impressione che quel sangue mi uscisse direttamente dal cuore, il dolore mi sembrava insopportabile e insuperabile
Sono passati 3 anni e da un anno è nato il mio bimbo arcobaleno.
Quel dolore però è ancora vivo dentro di me e anche oggi mentre scrivo ho le lacrime che mi annebbiano la vista e mi rigano il viso.
Quel 24 marzo è stata una giornata di attimi che cambiano una vita e purtroppo non sono ancora riuscita a tornare quella di prima e non so se accadrà mai
Articolo precedente a questo link: “il nostro San Valentino speciale: la prima iui”
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Mi chiamo Cristina, ho 34 anni e vivo tra le meravigliose montagne dell’Alto Adige.
Grazie alla pma sono mamma di Matteo, un piccolo monello di un anno
Passo le mie giornate in equilibrio tra mio marito, mio figlio, tre cani e una casa perennemente in disordine
Sono lontana dalla perfezione che circonda i social ma paradossalmente ci lavoro
Ho deciso di raccontare il mio viaggio nel mondo della procreazione medicalmente assistita per dare coraggio a chi lo sta affrontando e normalizzare questo argomento che è ancora un tabú