Prova… un’altra !
Abbiamo trascorso con lei una settimana. Ogni mattina andavamo all’Istituto dove ci veniva riservata una stanza in cui poter stare con la bambina.
Ogni giorno cercavo di conoscerla meglio, portavamo giochi nuovi perché si sa che il linguaggio migliore per comunicare con i bambini è il gioco e soprattutto con un bambino che parla una lingua differente.
Ricordo la felicità con cui ogni mattina mi svegliavo, avevo una carica che mai ho avuto nella vita.
I giorni trascorrevano nell’attesa di quelle due ore in cui potevo vederla, lei ci aspettava, ci correva incontro e ci abbracciava sorridente.
Cominciavo a comprendere qualcosa del suo carattere, era molto vivace e molto forte, testarda e dolce. Spesso mi stringeva al collo all’improvviso e io, non abituata ad avere una figlia e tanto meno a ricevere queste manifestazioni d’affetto, tremavo di commozione ogni volta.
Spesso ci concedevano di stare all’aperto, nel giardino dell’Istituto in cui c’erano altalene e qualche gioco da parco. Era freddo, tutto era avvolto dal bianco candore della neve e lei nella sua tutina di piumino di qualche taglia in più sembrava una Matrioska.
Quella settimana è volata troppo in fretta. L’ultimo giorno ci siamo recati dal notaio per regolarizzare la nostra accettazione all’abbinamento, cosicché il Giudice potesse fissare l’udienza per la sentenza adottiva nei mesi successivi.
Sapevo che stavo andando a salutare la mia bambina per rivederla chissà quando. Penso che questo sia stato il momento più brutto e doloroso di tutto questo lungo, difficile e bellissimo percorso.
L’avevo conosciuta, lei aveva iniziato a conoscerci e ora dovevamo partire, rientrare in Italia e provvedere a tutti i documenti e visite mediche richieste dal Tribunale per la Sentenza di adozione. Che prova difficile anche stavolta!
Mentre andavamo da lei per salutarla, le lacrime mi scendevano senza controllo. Ormai lei non era più un sogno, era vera e ci aspettava ogni giorno. La mia testa era colma di domande: come avrei fatto a spiegarle che saremmo tornati? Che non era un nuovo abbandono? Si sarebbe dimenticata di noi?
Ho ancora davanti ai miei occhi l’immagine di Caterina che ci saluta felice, convinta di rivederci l’indomani e il vuoto che già sentivo nel petto per doverla lasciare lì senza sapere quanto tempo sarei dovuta stare lontano da lei.
Avrei voluto nascondermi per non partire. Come quando da piccola cercavo un angolo buio della casa quando la mamma voleva che mangiassi qualcosa che non mi piaceva.
Dopo averla salutata siamo tornati in hotel. Ho pianto tanto, ho pianto per ore, poi ho pensato al futuro e allora ho cominciato ad organizzare mentalmente tutte le scadenze burocratiche che ci aspettavano in Italia. pronta a non perdere neanche un minuto perché solo così avrei potuto sperare di rivedere la mia bambina presto.
Un’altra prova da superare la lontananza dalla mia bambina!

BARBARA ZALLIO
AVVOCATO, FAMILY E SOCIAL COACH
Nasco a Parma nel 1970
PERCORSO DI FORMAZIONE
Nel 1998 mi laureo presso l’Università degli Studi di Parma facoltà di Giurisprudenza, conseguendo successivamente l’abilitazione alla professione forense.
Esercito la professione di avvocato e Mediatore Civile di controversie presso il Tribunale di Parma fino al 2015.
Nel 2014 divento finalmente mamma di cuore di Caterina, un meraviglioso ciclone di 3 anni arrivata dal freddo della Russia.
Negli anni successivi mi dedico totalmente alla costruzione del rapporto con mia figlia ma non trascuro la mia formazione prediligendo il campo delle relazioni.
Completo il Master in Mediazione Familiare, il corso di alta formazione in Coordinazione Genitoriale, il corso per la qualifica di Tecnico del Comportamento ABA, per lavorare con le persone con autismo ed infine il corso per diventare Family e Social Coach.
Sono specializzata in adozione di minori e disabilità. Ho partecipato come formatore in vari convegni relativi a queste materie.
Attualmente collaboro con la rivista Clippers in cui tengo una rubrica a supporto della cultura dell’adozione e presto consulenza in materia alle coppie che decidono di intraprendere questo percorso.
VOLONTARIATO
Ormai da 20 anni presto servizio di Volontariato presso Centri e Strutture con persone con disabilità.
Dal 2017 ad oggi svolgo il mio servizio presso il Centro residenziale socio-sanitario Simona Sorge di Inzago (MI) di Fondazione Istituto Sacra Famiglia Onlus, in cui seguo progetti di inclusione sociale e cultura della diversità insieme a educatori e ragazzi affetti da patologie neurodegenerative.
PASSIONE E VALORI
Da sempre mi sono occupata di fragilità e diversità, credo nella cultura dell’inclusione. Penso che conoscere la diversità sia una risorsa, un valore aggiunto alla nostra vita e vorrei che si guardasse alla diversità come solo una delle caratteristiche di una persona. Oltre esiste un mondo.