La rabbia dei bambini ai tempi del covid : quali strategie?
La maxi emergenza da Covid-19 è un evento che sta presentando conseguenze significative da un punto di vista psicologico e relazionale.
Durante il primo lockdown abbiamo assistito ad una privazione della libertà individuale e delle routine quotidiane.
Ciò ha scatenato, in adulti e bambini, emozioni negative ed un senso di profondo smarrimento e di paura.
Questi sentimenti sono legati alla possibilità di perdere le proprie certezze ed i propri riferimenti affettivi.
COSA E’ STATO NECESSARIO FARE
Un grande sostegno da parte di noi genitori per preservare un senso di sicurezza e fiducia attraverso spiegazioni semplici e realistiche della pandemia.
L’obiettivo è stato quello di porre l’accento sull’importanza di fare ciascuno il proprio meglio, rispettando le norme di sicurezza e affidandosi all’operato dei medici.
Attualmente, sta emergendo in modo preponderante in grandi e piccini un’altra emozione : la rabbia.
PERCHE’ LA RABBIA?
Come sottolinea la Dott.ssa Silvestri, psicoterapeuta, la rabbia dei bambini ai tempi del Covid è dovuta al protrarsi della pandemia ed al conseguente sconvolgimento dei ritmi ordinari.
Questa emozione sta veicolando un senso di profonda impotenza.
Nonostante si conosca il fenomeno, non si riesce a fronteggiarlo, ci sentiamo impossibilitati a realizzare programmi. Percepiamo la perdita progressiva della libertà, solo apparentemente riguadagnata negli ultimi mesi.
Immaginiamo per i bambini cosa possa significare riprendere contatto con i vissuti e ricordi di un’esperienza di isolamento neanche troppo lontana nel tempo.
I bambini stanno vivendo in un contesto sociale che invia loro messaggi confusivi ed altalenanti (basti vedere la questione apertura/chiusura delle scuole).
Mettere insieme i pezzi del puzzle emotivo richiede la vicinanza di un adulto di riferimento che riesca a trasferirgli sicurezza e ad accogliere e gestire la loro rabbia.
INDICAZIONI UTILI :
- riconosciamo e gestiamo noi in primis le nostre emozioni, senza giudicare ciò che stiamo provando, per mantenere la calma e approcciarci in modo neutrale all’emotività dirompente dei nostri figli;
- insegniamo, attraverso l’esempio, che la rabbia non è un’emozione negativa da sopprimere o far esplodere e che, se ben gestita, si trasforma in grinta e resilienza;
- di fronte alla rabbia dei nostri figli rispecchiamo ciò che stanno sentendo “ Vedo che sei molto arrabbiato, cosa c’è che non va?” per legittimarli a provare quello stato d’animo;
- insegniamogli che quell’insieme di sintomi fisici ha un nome, che esistono diverse modalità per esprimerla e che si può trovare una soluzione INSIEME;
- non prendiamo costantemente sul personale i comportamenti provocatori dei nostri figli che, soprattutto in questo periodo, rispecchiano un bisogno comunicativo e di contenimento emotivo molto forte.
Con le provocazioni i bambini stanno testando la nostra capacità di accoglienza ed amore incondizionato.
Hanno bisogno di essere rassicurati e di sentire fino a che punto si possono spingere in un momento in cui le certezze del mondo esterno vacillano.
INOLTRE E’ IMPORTANTE TENERE A MENTE CHE
- essere accoglienti non deve tradursi nell’assenza dei limiti : offriamo uno spazio di ascolto in cui permettere al bambino di esprimere la sua frustrazione mantenendo chiare regole di condotta necessarie per garantirgli una stabilità affettiva;
- condividere la lettura di albi illustrati è un ottimo strumento per affrontare i nodi emotivi che questo difficile periodo sta generando;
Questi suggerimenti, adottati sul medio-lungo periodo, offrono ai bambini la possibilità di riconoscere le proprie emozioni e aiutano noi genitori a gestirle più serenamente.
Mi potete trovare su Instagram: @psicobenessere_in_rete

Mi chiamo Stefania Scarano, sono una psicologa, psicoterapeuta e formatrice, specializzata nell’ambito delle relazioni da oltre 15 anni.
Svolgo la professione di psicoterapeuta nella convinzione, rinforzatasi nel tempo, che le persone, se lo desiderano e sono realmente motivate, possono migliorare la propria esistenza, raggiungere maggiori livelli di benessere e di soddisfazione, riparare ferite e danni che le circostanze esistenziali, l’ambiente, la cultura e la propria storia biologica e psichica, hanno generato in loro.
La pratica clinica, le tante creative ore trascorse nella relazione con le persone che hanno deciso di confrontarsi con se stesse e con la propria storia per rendersi consapevoli e prendere in mano il proprio destino, hanno dato ragione alla mia fiducia nelle potenzialità umane e nella possibilità degli individui di auto realizzarsi.
Ho due figli e questo mi ha portata negli ultimi anni ad approfondire i temi legati alla genitorialità consapevole, al fine di lavorare nella prevenzione del disagio che può nascere in queste prime fasi evolutive.
Infine, mi occupo anche di disagi nell’area della sessualità e dell’Identità di Genere, avendo collaborato per anni con il Day Hospital per i Disturbi dell’Identità di Genere c/o l’U.O.C. di Psichiatria Universitaria- Az. Ospedaliero Universitaria Consorziale Policlinico di Bari e di perizie psicologiche in ambito canonico nei processi di nullità matrimoniale.