Nuovi documenti in attesa della sentenza
Siamo rientrati in Italia col cuore colmo di gioia e tristezza per aver lasciato la nostra bambina in Russia e nuovi documenti da preparare.
Mi sono immediatamente messa in moto per produrre al più presto quanto richiesto dalle Autorità russe al fine di poter fissare la data della tanto attesa sentenza di adozione.
Sapevo che ogni giorno, ogni ora recuperata per fissare un appuntamento burocratico o medico era un giorno o un’ora in meno che mi divideva da mia figlia.
I documenti da produrre per la sentenza erano tanti.
Dovevamo sottoporci ad una serie di visite mediche che dovevano essere refertate come richiesto dalla Federazione Russa.
Ricordo di aver trascorso giornate intere al telefono a pregare gli operatori di fissare queste visite al più presto possibile.
Una bambina lontano mi aspettava e aveva trascorso già troppo tempo senza una mamma.
Non so come ho fatto ma nel giro di 15 giorno siamo riusciti a concludere tutto. Sembravamo delle trottole sempre di corsa fra un ufficio e un ambulatorio medico ma ce l’abbiamo fatta.
Dopo aver fatto autenticare i documenti al Comune e averli poi fatti apostillare alla Prefettura, finalmente il mio pesante e prezioso pacco di scartoffie era pronto per l’invio all’Ente che avrebbe provveduto alla traduzione e all’inoltro al Tribunale russo il quale, previo controllo della correttezza del plico, avrebbe fissato la tanto agognata sentenza di adozione.
Nuovamente in attesa di una telefonata, aggrappata alla speranza che ogni squillo fosse quello dell’Ente che ci avvisava della fissazione dell’udienza, sempre attenta a non recarmi in posti in cui il telefono non prendeva, è trascorso un altro mese.
A fine marzo ancora nulla. Ogni mattina mi svegliavo con un solo pensiero: cosa pensava lei? Ci avrà dimenticati? Si sentirà di nuovo abbandonata? Questi due genitori che per una settimana mi hanno riempito di coccole e doni che fine hanno fatto?
Aveva solo 3 anni e non so cosa può pensare una bambina di qull’età ma io ero logorata da questi dubbi.
Poi, come sempre accade, in un giorno di estenuante attesa come tutti gli altri, arriva davvero la telefonata dell’Ente. Sento la voce della referente: “pPreparatevi, fra un mese avete la sentenza!”.
Il momento conclusivo della nostra vita in attesa stava giungendo. Eravamo eccitati e cauti, il timore che cambiasse qualcosa era vivo e nuovamente col fiato sospeso abbiamo atteso l’arrivo della data progettando il nostro futuro a 3.
Barbara Zallio

BARBARA ZALLIO
AVVOCATO, FAMILY E SOCIAL COACH
Nasco a Parma nel 1970
PERCORSO DI FORMAZIONE
Nel 1998 mi laureo presso l’Università degli Studi di Parma facoltà di Giurisprudenza, conseguendo successivamente l’abilitazione alla professione forense.
Esercito la professione di avvocato e Mediatore Civile di controversie presso il Tribunale di Parma fino al 2015.
Nel 2014 divento finalmente mamma di cuore di Caterina, un meraviglioso ciclone di 3 anni arrivata dal freddo della Russia.
Negli anni successivi mi dedico totalmente alla costruzione del rapporto con mia figlia ma non trascuro la mia formazione prediligendo il campo delle relazioni.
Completo il Master in Mediazione Familiare, il corso di alta formazione in Coordinazione Genitoriale, il corso per la qualifica di Tecnico del Comportamento ABA, per lavorare con le persone con autismo ed infine il corso per diventare Family e Social Coach.
Sono specializzata in adozione di minori e disabilità. Ho partecipato come formatore in vari convegni relativi a queste materie.
Attualmente collaboro con la rivista Clippers in cui tengo una rubrica a supporto della cultura dell’adozione e presto consulenza in materia alle coppie che decidono di intraprendere questo percorso.
VOLONTARIATO
Ormai da 20 anni presto servizio di Volontariato presso Centri e Strutture con persone con disabilità.
Dal 2017 ad oggi svolgo il mio servizio presso il Centro residenziale socio-sanitario Simona Sorge di Inzago (MI) di Fondazione Istituto Sacra Famiglia Onlus, in cui seguo progetti di inclusione sociale e cultura della diversità insieme a educatori e ragazzi affetti da patologie neurodegenerative.
PASSIONE E VALORI
Da sempre mi sono occupata di fragilità e diversità, credo nella cultura dell’inclusione. Penso che conoscere la diversità sia una risorsa, un valore aggiunto alla nostra vita e vorrei che si guardasse alla diversità come solo una delle caratteristiche di una persona. Oltre esiste un mondo.