Obesità infantile e BMI

Nello scorso articolo vi avevo parlato delle curve dei percentili di crescita e di come saperle interpretare nel modo corretto, oggi vi parlo di obesità infantile e bmi.

Le curve del BMI danno informazioni altrettanto importanti sullo stato nutrizionale del vostro bambino.

CHE COS’È IL BMI?

Il BMI (Body Max Index) o IMC (Indice di Massa Corporea) è un indicatore numerico che mette in relazione il peso e l’altezza del soggetto. Si calcola dividendo il peso per l’altezza espressa in metri ed elevata al quadrato.

Tale valore viene utilizzato sia nell’adulto che nel bambino per valutare lo stato nutrizionale del soggetto. Calcolando il BMI, possiamo infatti indicativamente capire se il soggetto si trova in condizioni di sottopeso, normopeso, sovrappeso e obesità.

Va ricordato però che questo parametro non tiene conto della costituzione fisica della persona e non misura direttamente il contenuto di massa magra e grassa, per cui l’interpretazione finale deve sempre essere fatta dopo un’attenta valutazione medica, che tiene conto di tutta una serie di fattori concomitanti.

La modalità di interpretazione è diversa a seconda che si tratti di un adulto o di un bambino:

Come si interpreta il valore del BMI nell’ADULTO?

Nell’ADULTO il BMI viene considerato come valore assoluto in quanto i parametri di riferimento sono uguali per uomini e donne, e viene confrontato con degli intervalli di valori, definendo:

  • SOTTOPESO un soggetto con BMI <18,5
  • NORMOPESO un soggetto con BMI compreso tra 18,5 e 24,9
  • SOVRAPPESO un soggetto con BMI compreso tra 25 e 29,9
  • OBESO un soggetto con BMI > 30

Ci sono poi ulteriori suddivisioni all’interno del SOTTOPESO e dell’OBESITÀ distinte in base alla gravità.

Come si interpreta il valore del BMI nel BAMBINO e nell’ADOLESCENTE ?

Per interpretare correttamente il valore di BMI nel BAMBINO e nell’ADOLESCENTE, la situazione è un po’ diversa. In questo caso non si può utilizzare il BMI come valore assoluto perché vi sono una serie di variabili diverse che lo influenzano, come la differenza della velocità di crescita nelle varie età tra maschi e femmine e della composizione corporea (ossia il diverso contenuto di grasso che si osserva sia tra maschi e femmine e sia nelle varie età).

Per poter tener conto di tutte queste variabili, sono state elaborate delle tabelle dei percentili del BMI, ottenute attraverso delle statistiche calcolate su un campione, creando delle curve il cui andamento rispecchia  tali differenze. Sull’asse verticale solo indicati i diversi valori di BMI mentre sull’asse orizzontale è indicata l’età espressa in anni. Non esiste un solo tipo di tabella dei percentili del BMI ma diverse tabelle che tengono conto delle variabili nelle diverse aree geografiche.

A livello internazionale le tabelle più utilizzate sono quelle elaborate da Cole e collaboratori, mentre in Italia si utilizzano più frequentemente quelle di Cacciari e collaboratori, i quali hanno elaborato tabelle differenti non solo riguardanti l’Italia in generale ma anche tenendo conto delle differenze tra nord e sud del paese. Possiamo quindi anche scegliere di utilizzare tabelle specifiche per l’Italia centro-settentrionale o centro-meridionale. Per questo motivo, i percentili di riferimento nelle diverse tabelle possono essere leggermente diversi.

fonte: www.cdc.gov/growthcharts/

 Come si procede quindi?

Si calcola il valore del BMI utilizzando peso e altezza attuali del bambino. Si trova poi all’interno del grafico il punto dato dall’incrocio tra il valore di BMI indicato sull’asse verticale e l’età del bambino indicato sull’asse orizzontale. In base a dove ricade tale punto all’interno del grafico si può avere un’indicazione del suo stato nutrizionale. In particolare:

  • Se si colloca in una posizione <5° centile il bimbo è SOTTOPESO
  • Tra il 5° e l’85° centile il bimbo si situa nella fascia considerata NORMOPESO
  • Se si colloca in una posizione tra l’85° e il 95° centile il bimbo è  SOVRAPPESO
  • Se si colloca in una posizione >95° centile il bimbo è OBESO

Il Ministero della Salute inoltre definisce OBESO un bambino che supera del 20% il suo peso corporeo ideale e SOVRAPPESO un bambino che lo supera dal 10 al 20%.

Conclusioni:

È importante ricordare che tali tabelle non si utilizzano per i bimbi al di sotto dei 2 anni, per i quali non ha senso calcolare obesità infantile e BMI ma si valuta l’accrescimento mediante le curve di crescita viste la scorsa volta.

Le curve dei percentili del BMI si possono invece utilizzare dai 2 ai 18 anni.

Dopo i 18 anni si passa a considerare il BMI secondo i parametri dell’adulto.

Va ricordato però che questo valore va comunque interpretato dal medico, che saprà valutarlo nel giusto contesto tenendo in considerazione altri fattori come il tipo di costituzione, la tipologia di alimentazione, la familiarità, l’attività fisica svolta, la presenza di altre patologie concomitanti ecc. Non traete quindi mai conclusioni affrettate osservando il singolo dato ma chiedete sempre consiglio al vostro pediatra che saprà dare a questo dato il giusto valore all’interno di un’insieme di considerazioni più ampie, ponendo o meno diagnosi di sovrappeso o obesità e valutando le dovute misure di correzione.

Facendo un passo indietro, c’è però da chiedersi: quali sono i fattori che predispongono all’obesità infantile? Esiste davvero il cosiddetto “imprinting obesogeno”? C’è un’età in cui esiste una maggior suscettibilità per svilupparla? E una volta confermata la diagnosi, cosa possiamo fare per porvi rimedio?

A queste e altre domande risponderò nei prossimi articoli qui sul blog.

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