Cos’è la gelosia
La gelosia nei bambini è un sentimento negativo nato dal timore di perdere la persona che si ama a causa di altri. Si pensa che a qualcun altro sia concesso un affetto o qualcosa che vorremmo per noi stessi. Ecco cos’è la gelosia. Credo che questo sentimento ognuno di noi lo abbia provato nella propria vita. Chi per una persona, chi per un oggetto ecc… La gelosia più conosciuta nelle famiglie e di cui si parla è quella tra fratelli.
Come viene manifestata nei bambini?
Le manifestazioni sono diverse a seconda del fattore scatenante e del carattere del bambino. Spesso ci possono essere: regressioni (si fa la pipì addosso anche se ha il controllo sfinterico; tiene più spesso il ciuccio; si affeziona ad un pupazzo) oppure attacchi di rabbia dove il bambino inizia a buttare per terra i giochi e le cose o a buttarsi lui perché non vuole fare qualcosa. I capricci con l’affermazione negativa del “non voglio no!” è uno dei comportamenti più ricorrenti. Il bambino non ascolta, vuole fare come pensa lui le cose e rifiuta le proposte dell’adulto. Le aggressioni dirette come morsi o coccole troppo invasive e intense sono un’altra modalità. Si preoccupa troppo per il fratellino e gli dà una eccessiva cura e attenzione con coccole che assomigliano ad una voglia di soffocare e stritolare più che di abbracciare. Anche verso la mamma può esserci un cambiamento che può andare dalla dipendenza ( non lascia la mamma mai un attimo) all’aggressività (la spinge via, le dice che non la vuole). Possono esserci bambini che si chiudono e si svalutano (non sono capace, non lo so fare) che non sembrano più felici e curiosi ma piuttosto tristi e depressi. Possono subentrare paure che non aveva (buio, lupo, mostri, ecc…) e infine si possono manifestare anche somatizzazioni con malessere fisico, mal di pancia, mal di testa, ecc…).
Giocare d’anticipo: cosa fare prima che arrivi il fratellino
Prima che arrivi l’evento della nascita del fratellino o della sorellina è possibile organizzarsi per rendere l’evento meno destabilizzante sia per i bambini che per i genitori. Per farlo si deve “giocare d’anticipo” e fare i cambiamenti necessari prima della nascita. Se ad esempio si ha bisogno di riorganizzare la cameretta si può fare prima coinvolgendo anche il bambino. Se si deve cambiare camera meglio iniziare qualche mese prima in modo graduale: si può iniziare facendolo dormire nella nuova camera o nel nuovo letto durante il riposino del pomeriggio e poi, quando il bambino si è abituato alla novità, anche per il riposo notturno.
Consigli utili
- mantenere le routine: per far sentire più a suo agio il bambino cercate di non cambiare le azioni che svolgete con lui durante i momenti principali della giornata. Se prima di andare a letto siete abituati a leggere una storia o a raccontarvi la giornata, continuate a farlo. Se fate il bagnetto e mettete il pigiama prima di cena, continuate a farlo. Mantenere le azioni che il bambino è abituato a fare lo aiuta a sentirsi sicuro e tranquillo.
- Ricordatevi che ogni membro della famiglia è unico. Ognuno ha bisogno dei suoi spazi e ha bisogni e desideri diversi. vanno rispettati e ascoltati.
- I paragoni non sono belli. Dire “lui è bravo sta tranquillo nel passeggino, tu non dormivi mai” è meglio trasformarlo in “ti ho tenuto stretto per i primi mesi, ti piaceva essere cullato spesso”. Formulare le frasi in positivo evita di far sentire l’altro la causa del problema.
- Condividete: fatevi aiutare a cambiare il neonato facendovi passare il pannolino o la crema. Fargli muovere i giochini al fratellino, cullarlo nella sdraietta, aiutarlo a tirarsi su quando cade perché non sa ancora camminare bene. Sono tutte azioni di aiuto che coinvolgono e fanno sentire responsabili e non esclusi.
- Accogliete il sentimento di gelosia che viene manifestato non come una cosa sbagliata ma come un sentimento legittimo.
- Incanalate la manifestazione negativa, come uno scatto di rabbia e aggressività, facendo sfogare il bambino tramite la manipolazione, il racconto o l’attività fisica. Usate pongo, farina, fate un disegno oppure una bella corsa nel parco.
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Sono Erica Sardo, educatrice specializzata per la fascia d’età 0-6 anni, accompagno i genitori nel difficile compito di educare i bambini a crescere con serenità.
Cara mamma, vorrei portarti con me nel mio mondo e farti conoscere un pochino della mia vita e delle mie passioni.
Mi presento: sono Erica, moglie di Diego e mamma di Maria Maddalena, una bimba vispa e curiosa e di Emanuele, un piccolo cucciolo a cui piacciono le coccole.
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